IT-PL Foundation Blog

"" Fundacja Na Rzecz Rozwoju Gospodarczego Włosko-Polskiego "" ""Fondazione per lo Sviluppo Imprenditoriale Italo-Polacco""

Mese: febbraio, 2012

Why Poland is optimistic?

The sixth country of the European Community for territorial extension, located strategically, young and educated population, strict tax policies but favorable for the economy, Poland appears to set a good example to an Europe strained in times of crisis.
A collection of primacies in economic and social fields has led this country to become the first beneficiary of EU funds for about 80 million euros in 2007-2013 period.
Good economic growth is the main pride of this country; in the difficult year 2009, Poland was the unique european country that has not scored a recession but a GDP growth of 1.7% with a rise of 3.9% in 2010 and 4.3% in the just ended 2011.
Another Polish record is about the ability to attract foreign investors: low tax burden, public investments, good use of EU funds, contained labor costs, prepared workforce, presence of specialized micro-industry, are some reasons that make Poland an attractive and competitive country. Moreover Poland isn’t a country where to search cheap labor (among the most expensive of Eastern Europe) but investments returns and high productivity. Very important for this aspect is the good education of Poles, school system is in line with the most virtuous European countries that adopt controls on the institutes. Compulsory education is till 18 years old (as in DE, BE, IT, HU, PT, NL), students’ performance contributes to evaluate individual schools, teachers have an high degree of specialization and teach only in their field. About the 40% of the population under 29 years own a third level qualification. Although public investment in research are not high, we can gather that there’re human resources to conduct researches and get results (as in Italy, there is the phenomenon of “brain drain”).
Durable goods still rapresent a greater part of productivity in Poland, in particular the automotive and shipbuilding industry, however the tertiary sector is gaining more points to the country’s GDP creation; a very important role is covered by telecommunications and software development.
EU closes T4 of 2011 with a GDP decline but with a slight increase of industrial new orders in December, 1.3% more than the previous month; Poland ends the year with substantial growth, an increase of industrial new orders, +5.5% compared to December 2010, but especially with EU and government directives aimed at sustaining growth and improving infrastructures.

Sources:  Eurostat data – Euro area and EU27 GDP down by 0.3% – Industrial new orders up by 1.9% in euro area – Key Data on Education in Europe – 2009 edition
General infos Wikipedia – Economy of Poland

Polonia, perché è ottimista?

Sesto Paese della Comunità Europea per estensione territoriale, localizzato strategicamente, popolazione giovane e istruita, politica fiscale rigorosa ma favorevole per l’economia, la Polonia sembra poter dare il buon esempio ad un Europa sempre più affaticata in tempi di crisi.
Una collezione di primati in campo economico e sociale ha fatto sì che questo Paese divenisse primo beneficiario dei fondi comunitari per una cifra che ammonta a circa 80 miliardi di euro per il periodo 2007-2013.
Un Paese in forte crescita economica, l’unico in Europa che nel funestato 2009 non ha segnato recessione bensì una crescita del PIL pari all’1,7% con un’impennata nel successivo 2010 del 3,9% e del 4,3% nell’appena concluso 2011.
Altro primato polacco è la capacità di attrarre investitori stranieri: pressione fiscale modesta, investimenti pubblici, buon uso dei fondi comunitari, costi del lavoro contenuti, manodopera preparata, presenza di microindustria specializzata, sono solo alcuni dei motivi che rendono la Polonia un Paese appettibile e competitivo.
Oltretutto non si investe per la manodopera a buon prezzo (tra le più care dell’Est Europa) ma per la resa degli investimenti e l’alta produttività.
Molto importante su questo frangente è la buona scolarizzazione dei polacchi, il sistema scolastico infatti è in linea con i Paesi europei più virtuosi, cioè quelli che adottano controlli sull’operato degli istituti. L’età dell’obbligo allo studio è di 18 anni (come in DE, BE, IT, HU, PT, NL), la performance degli studenti contribuisce alla valutazione dei singoli istituti, i docenti hanno un alto grado di specializzazione e insegnano solo ciò che è nel loro campo di competenza.
Quasi il 40% della popolazione sotto i 29 anni possiede un titolo di studio di terzo livello. Anche se gli investimenti pubblici nel campo della ricerca non sono elevati, si evince però che esistono risorse umane per condurre ricerche e ottenere risultati (anche qui, come in Italia, esiste il fenomeno dei “cervelli in fuga”).
L’industria dei beni durevoli è ancora il campo di maggiore produttività della Polonia, in particolare il settore cantieristico navale e automobilistico, tuttavia il terziario si sta guadagnando sempre più punti percentuali nella costituzione del PIL del Paese; un ruolo molto importate è ricoperto dal settore delle telecomunicazioni e dello sviluppo software.
L’UE chiude il IV trimestre 2011 con il PIL in calo ma con una lieve crescita degli ordinativi per l’industria nel mese di Dicembre, 1,3% in più rispetto al mese precedente; la Polonia conclude l’anno con una crescita considerevole, un aumento pari al 5,5% degli ordinativi dell’industria rispetto a Dicembre 2010 ma soprattutto con direttive comunitarie e statali mirate a mantenere la crescita e a migliorare le infrastrutture.

Fonti: Dati Eurostat – Euro area and EU27 GDP down by 0.3% – Industrial new orders up by 1.9% in euro area – Key Data on Education in Europe – 2009 edition
Info generali Wikipedia – Economy of Poland

Scarso ottimismo per l’Europa

La Commissione Europea ieri ha pubblicato un rapporto sui “pressing cases” e sui Paesi la cui situazione macroeconomica deve essere tenuta sotto controllo. Il quadro generale europeo rimane molto teso anche a causa della recente decisione di revocare gli aiuti alla Grecia, un Paese la cui situazione è in grado di destabilizzare l’intera area Euro sia a livello economico che sociale.

La Grecia segna un PIL in flessione del 7% a fine 2011, ma la gran parte dei Paesi europei risultano in recessione. L’intera UE torna in calo dello 0,3% rispetto al III trimestre 2011,  i cui tassi di crescita erano ugualmente molto bassi, 0,1% e 0,3%.
PIL in calo e debito pubblico in crescita.
La lista dei Paesi da monitorare si allunga, ora nel mirino della Commissione gli Stati sono 12: Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Slovenia,  Spagna, Svezia e Ungheria. Altri quattro sono sotto programma e undici non vengono considerati a rischio.

Considerato “solo” un Paese da monitorare, l’Italia non gode comunque di grande ottimismo nonostante i successi diplomatici del premier Monti.
L’Italia rientra in un quadro generale non positivo: è in recessione, con un debito pubblico considerevole  e con una recente diminuzione delle quote di mercato estero dell’industria; come spiegato dal commissario per gli Affari economici e monetari Rehn, essa dovrà adottare “cruciali riforme strutturali per aumentare la sua competitività”.

“Secondo  le  stime  preliminari,  nel quarto trimestre 2011  il  prodotto  interno  lordo  (Pil), […], è diminuito dello  0,7%  sul  trimestre  precedente  e dello 0,5% rispetto al quarto trimestre del 2010” – fonte ISTAT.

Link al .pdf sul PIL europeo Eurostat: http://bit.ly/GDPDownQ42011
Link al .pdf sul PIL italiano ISTAT:  http://www.istat.it/it/archivio/53282

Eurozona: fiducia nell’economia

Vogliamo segnalare un ottimo servizio fornito dal sito di Eurostat che consiste nella riproduzione di grafici riguardanti diversi indicatori economici in ambito Europeo.
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/guip/introAction.do?profile=cpro&theme=eurind&lang=en

Molto interessanti sono i dati realitivi all’ESI, Economic Sentiment Indicator che rappresentano la fiducia che ciascun Paese ha nei confronti dell’economia. Grazie al servizio abbiamo potuto considerare, per esempio, i loro dati forniti riguardanti i Paesi dell’Eurozona, l’Italia e la Polonia nei mesi del 2011 e in Gennaio 2012.
La prima riga in verde è Febbraio 2011, mentre l’ultima in rosso è Gennaio 2012.

Eurostat-ESI-ITPL

Buona continuazione! Source: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/eurostat/home

Euro-zone economic outlook

Istat – 11/01/2012

[IT] Il PIL dell’area dell’euro ha registrato in T3 2011 una crescita contenuta (0,1%): il rimbalzo tecnico di alcune componenti del PIL è stato in parte compensato dal rallentamento della domanda mondiale, dalla crescente incertezza dovuta al proseguimento della crisi del debito sovrano e dal processo di consolidamento fiscale in molti Stati membri. I consumi privati sono aumentati moderatamente, mentre gli investimenti sono leggermente diminuiti. Tenendo conto del deterioramento del clima di fiducia delle imprese emerso a partire dall’estate, ci si aspetta che l’economia dell’area affronti una fase recessiva a partire da T4 2011, per poi registrare un andamento stagnante in T2 2012. I consumi privati subiranno gli effetti negativi legati al processo di consolidamento fiscale e al deterioramento del mercato del lavoro. Inoltre, a causa della debolezza degli investimenti pubblici e del rinvio di molti progetti nel settore privato, gli investimenti totali mostreranno una contrazione. Sotto l’ipotesi che il prezzo del Brent nei prossimi trimestri oscilli attorno a 104 dollari al barile e che il tasso di cambio euro-dollaro fluttui attorno a 1,35, ci si aspetta che l’inflazione in giugno sia pari a 1,9%, in discesa dal 2,8% di dicembre 2011. Lo scenario previsivo è influenzato da diversi fattori di rischio al ribasso derivanti, in particolare, dalle possibili turbolenze nel mercato del debito sovrano.

[EN] Euro-zone GDP growth remained subdued in Q3 2011 at 0.1%: a technical rebound for a few GDP components was partly offset by the deceleration in external demand, increased uncertainty stemming from the ongoing European sovereign debt crisis as well as fiscal consolidation in several member states. Private consumption expanded only modestly (+0.2%) while investment fell slightly (-0.1%). Taking stock of the deterioration of business surveys since the summer, the euro zone is expected to undergo a short recession with GDP declining around the turn of the year (-0.3% in Q4 2011 and -0.2% in Q1 2012) and stagnating in Q2 2012. Household consumption will be held back by fiscal consolidation and deteriorating labour market conditions (-0.1% in Q4 2011 and zero in both Q1 and Q2 2012). Due to weak public investment and the expected postponement of many private sector projects, total investment is expected to fall over the forecast horizon. Under the assumption that international oil prices will be stable over the forecast horizon at around USD 104 per barrel for Brent) and that the euro/dollar exchange rate fluctuates around 1.35, inflation is expected to reach 1.9% in June 2012, down from 2.8% in December 2011. This scenario is subject to various risks, in particular those stemming from possible turbulences in euro area sovereign debt markets.

Fonte | Source :  ISTAT  http://www.istat.it/it/archivio/50241