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"" Fundacja Na Rzecz Rozwoju Gospodarczego Włosko-Polskiego "" ""Fondazione per lo Sviluppo Imprenditoriale Italo-Polacco""

Report. Polonia, trasporti su gomma e logistica.

Introduzione
La rete autostradale polacca è costituita da 1107 km e l’intera rete stradale comprensiva di strade provinciali, distrettuali e comunali misura oltre 420 mila km.
L’importanza dello sviluppo della rete di trasporti è d’interesse non solo del governo polacco ma dell’intera Unione Europea che da oltre 20 anni finanzia ed eroga prestiti al Paese per il miglioramento delle reti stradali e dell’efficienza dei trasporti.  La Polonia infatti è considerata il Paese più strategico per la distribuzione delle merci poiché ponte di collegamento tra i Paesi Occidentali ed Orientali d’Europa grazie alla sua posizione centrale nel continente.
Oltre 260.000 aziende polacche operavano nel 2007 nel settore dei trasporti e solo in quell’anno sono state registrate circa 4000 nuove società private di logistica e trasporti.  Il 79% delle merci in Polonia viaggia su gomma, quindi via strada.
Lo sviluppo della rete stradale e autostradale, finanziamenti, deregolamentazione del mercato, risorse umane molto prepa-rate e qualificate fanno della Polonia un Paese dalle prospettive rosee per gli investitori del settore logistico. Infatti il gran numero di piccole società di trasporti presenti in Polonia può essere una valida risorsa per coloro volessero creare dei pull di aziende collaboratrici al fine di diventare un’organizzazione forte ma dinamica all’interno del mercato. Le piccole aziende polacche infatti collaborano già ora assiduamente con gruppi leader nei trasporti e ciò permette loro una migliore sopravvi-venza rispetto a società con molti mezzi che risultano pachidermiche e poco organizzate.

Piccola Azienda non significa minore performance, anzi.
Abbiamo prima affermato che oltre 260.000 aziende polacche nel 2007 operavano nel settore dei trasporti, come mai una cifra così grande? In Polonia, al momento della registrazione societaria, moltissimi imprenditori scelgono di inserire all’interno dell’oggetto dell’attività anche la possibilità di effettuare e vendere trasporti anche se questo non rappresenta per più della metà dei casi la principale fonte di reddito. Questo fa si che sono numerosissime le società abilitate ai trasporti e che queste spesso siano di piccolissime dimensioni. Il 77% delle aziende private possiede da uno a quattro mezzi e non ha più di cinque dipendenti.
Molti di loro fanno questa scelta per avere la possibilità di riempire sempre i mezzi per i trasporti, facendo sì che il costo del trasporto incida molto poco sul materiale e che esista la possibilità, oltre che non rimetterci, anche di guadagnare qualcosa dalla movimentazione del camion o del furgone conto terzi.
Ciò che rafforza le imprese polacche, in tutti i campi ma in particolare, nel mondo dei trasporti è la grande dinamicità che le caratterizza; esse infatti sono in grado di mettersi in gioco, rinnovarsi e riproporsi con grande velocità, energia e con poche titubanze. L’impresa polacca rischia per ottenere risultati a volte spingendosi anche fuori dalla propria idea iniziale e abbracciando rapidamente un nuovo progetto, un nuovo business.
Di seguito si nominerà l’LPI, ovvero il Logistic Performance Index, l’indice della qualità dei servizi logistici mondiali, e vedremo che la Polonia ha ottenuto nel 2010 la posizione numero 30, tra le più alte del mondo sinonimo di trasporti di qualità, ma è giusto far notare che in soli 3 anni sono saliti di ben 10 posizioni, dato che dimostra la capacità del settore logistico polacco di soddisfare la clientela e di migliorare rapidamente i propri servizi.

Qualità dei trasporti Polacchi
La Banca Mondiale ha finanziato l’istituzione del Logistic Performance Index, ovvero un indice che misura la capacità di 155 Paesi del mondo di essere competitivi nel commercio internazionale tenendo conto in particolare dell’efficienza degli enti di controllo (rapidità di conclusione delle pratiche), della qualità delle infrastrutture per il commercio, qualità nella rintracciabilità delle spedizioni, velocità e qualità di consegna del materiale, facilità nell’organizzazione di spedizioni e competitività di prezzi.
La Polonia ha ottenuto un punteggio di 3,44 collocandosi 30° su 155 Paesi, un ottimo risultato! Specie se paragonato ai paesi confinanti (esclusi Germania, primato mondiale, e Rep. Ceca, con 26 LPI).

Rank Int. LPI Country LPI Customs
3 30 Poland 3.44 3.12
Infrastr. International Shipment Logistic Compet. Tracking and Tracing Timelin.
2.98 3.22 3.26 3.45 4.52

 Il punteggio assegnato va da un minimo di 0 ad un massimo di 5.

Continua….

Il Fatto Quotidiano: Europei 2012, un business da 4,5 miliardi. Ma l’Ucraina rischia l’effetto boomerang

Il Fatto Quotidiano: Europei 2012, un business da 4,5 miliardi. Ma l’Ucraina rischia l’effetto boomerang

Articolo molto interessante sulle premesse e sui possibili risvolti degli Europei 2012.

Stima preliminare PIL, I Trimestre 2012

Nel primo trimestre 2012 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,8% sul trimestre precedente e dell’1,3% rispetto al primo trimestre del 2011.

Il risultato congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell’agricoltura e di una diminuzione del valore aggiunto dell’industria e dei servizi. Il primo trimestre del 2012 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto sia al trimestre precedente sia al primo trimestre del 2011.

Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti ed è diminuito dello 0,2% nel Regno Unito. In termini tendenziali, il Pil è aumentato del 2,1% negli Stati Uniti ed è rimasto stazionario nel Regno Unito.

La crescita acquisita per il 2012 è pari a -1,3%.

Fonte ISTAT: http://www.istat.it/it/archivio/61783

Why Poland is optimistic?

The sixth country of the European Community for territorial extension, located strategically, young and educated population, strict tax policies but favorable for the economy, Poland appears to set a good example to an Europe strained in times of crisis.
A collection of primacies in economic and social fields has led this country to become the first beneficiary of EU funds for about 80 million euros in 2007-2013 period.
Good economic growth is the main pride of this country; in the difficult year 2009, Poland was the unique european country that has not scored a recession but a GDP growth of 1.7% with a rise of 3.9% in 2010 and 4.3% in the just ended 2011.
Another Polish record is about the ability to attract foreign investors: low tax burden, public investments, good use of EU funds, contained labor costs, prepared workforce, presence of specialized micro-industry, are some reasons that make Poland an attractive and competitive country. Moreover Poland isn’t a country where to search cheap labor (among the most expensive of Eastern Europe) but investments returns and high productivity. Very important for this aspect is the good education of Poles, school system is in line with the most virtuous European countries that adopt controls on the institutes. Compulsory education is till 18 years old (as in DE, BE, IT, HU, PT, NL), students’ performance contributes to evaluate individual schools, teachers have an high degree of specialization and teach only in their field. About the 40% of the population under 29 years own a third level qualification. Although public investment in research are not high, we can gather that there’re human resources to conduct researches and get results (as in Italy, there is the phenomenon of “brain drain”).
Durable goods still rapresent a greater part of productivity in Poland, in particular the automotive and shipbuilding industry, however the tertiary sector is gaining more points to the country’s GDP creation; a very important role is covered by telecommunications and software development.
EU closes T4 of 2011 with a GDP decline but with a slight increase of industrial new orders in December, 1.3% more than the previous month; Poland ends the year with substantial growth, an increase of industrial new orders, +5.5% compared to December 2010, but especially with EU and government directives aimed at sustaining growth and improving infrastructures.

Sources:  Eurostat data – Euro area and EU27 GDP down by 0.3% – Industrial new orders up by 1.9% in euro area – Key Data on Education in Europe – 2009 edition
General infos Wikipedia – Economy of Poland

Polonia, perché è ottimista?

Sesto Paese della Comunità Europea per estensione territoriale, localizzato strategicamente, popolazione giovane e istruita, politica fiscale rigorosa ma favorevole per l’economia, la Polonia sembra poter dare il buon esempio ad un Europa sempre più affaticata in tempi di crisi.
Una collezione di primati in campo economico e sociale ha fatto sì che questo Paese divenisse primo beneficiario dei fondi comunitari per una cifra che ammonta a circa 80 miliardi di euro per il periodo 2007-2013.
Un Paese in forte crescita economica, l’unico in Europa che nel funestato 2009 non ha segnato recessione bensì una crescita del PIL pari all’1,7% con un’impennata nel successivo 2010 del 3,9% e del 4,3% nell’appena concluso 2011.
Altro primato polacco è la capacità di attrarre investitori stranieri: pressione fiscale modesta, investimenti pubblici, buon uso dei fondi comunitari, costi del lavoro contenuti, manodopera preparata, presenza di microindustria specializzata, sono solo alcuni dei motivi che rendono la Polonia un Paese appettibile e competitivo.
Oltretutto non si investe per la manodopera a buon prezzo (tra le più care dell’Est Europa) ma per la resa degli investimenti e l’alta produttività.
Molto importante su questo frangente è la buona scolarizzazione dei polacchi, il sistema scolastico infatti è in linea con i Paesi europei più virtuosi, cioè quelli che adottano controlli sull’operato degli istituti. L’età dell’obbligo allo studio è di 18 anni (come in DE, BE, IT, HU, PT, NL), la performance degli studenti contribuisce alla valutazione dei singoli istituti, i docenti hanno un alto grado di specializzazione e insegnano solo ciò che è nel loro campo di competenza.
Quasi il 40% della popolazione sotto i 29 anni possiede un titolo di studio di terzo livello. Anche se gli investimenti pubblici nel campo della ricerca non sono elevati, si evince però che esistono risorse umane per condurre ricerche e ottenere risultati (anche qui, come in Italia, esiste il fenomeno dei “cervelli in fuga”).
L’industria dei beni durevoli è ancora il campo di maggiore produttività della Polonia, in particolare il settore cantieristico navale e automobilistico, tuttavia il terziario si sta guadagnando sempre più punti percentuali nella costituzione del PIL del Paese; un ruolo molto importate è ricoperto dal settore delle telecomunicazioni e dello sviluppo software.
L’UE chiude il IV trimestre 2011 con il PIL in calo ma con una lieve crescita degli ordinativi per l’industria nel mese di Dicembre, 1,3% in più rispetto al mese precedente; la Polonia conclude l’anno con una crescita considerevole, un aumento pari al 5,5% degli ordinativi dell’industria rispetto a Dicembre 2010 ma soprattutto con direttive comunitarie e statali mirate a mantenere la crescita e a migliorare le infrastrutture.

Fonti: Dati Eurostat – Euro area and EU27 GDP down by 0.3% – Industrial new orders up by 1.9% in euro area – Key Data on Education in Europe – 2009 edition
Info generali Wikipedia – Economy of Poland